Questo articolo continua la serie degli articoli che parlano di fotografia. Come per quello delle fotografie a colori, o quello sul reportage di matrimonio, qui l’argomento principale sono le immagini e cercherò di tralasciare tutti gli aspetti di tecnica fotografica e attrezzature.
È appena terminata la stagione dei matrimoni per me e ho deciso di portare avanti il mio blog, con un nuovo articolo che era nelle bozze da un bel po’. A tal proposito, presto arriveranno anche i nuovi servizi di matrimonio realizzati, ma il lavoro sul sito inglese mi sta rubando tante risorse.
Sebbene argomenti di natura tecnica come le recensioni siano più apprezzati dal web, in termini di visite, ancora una volta ho deciso di parlare in maniera più generale di fotografia. In questo caso voglio raccontarti una specie di sfida con me stesso che ho fatto durante questa stagione di matrimoni.
Premessa

Premessa
Oggi l’industria del wedding è il settore nel quale lavoro maggiormente dal 2014, ma che non comprendo ancora fino in fondo. Anzi a dire il vero per certi versi correlati alla fotografia, ha dei meccanismi che non mi piacciono proprio. Ma ahimè, io non posso farci nulla, se non mi voglio adeguare, devo proseguire come ho sempre fatto per la mia strada cercando di usare la mia testa senza farmi influenzare dalle mode del momento, mantenendo la mia coerenza di stile e divertirmi come ho sempre fatto da quando ho iniziato.
…Veniamo al sodo…
Ok Luca, ma si può sapere di che stai parlando? Già, mi sono dilungato, veniamo al dunque. L’argomento di questo articolo è nato da una semplice domanda che mi è venuta in testa mentre guidavo; mi capita frequentemente che quando sono in auto ho una grande ispirazione eppure non ho mai un foglio e penna, ma neanche le mani libere. ndr).
Ero diretto a fotografare una sposa presso un abitazione non proprio luminosa e, da come mi aveva descritto al telefono, immaginavo non in perfetto ordine, dato che li vivevano i nonni, mi stavo quindi scervellando per pensare come uscire da questa situazione, in tutta onestà stavo già rimpiangendo i miei obiettivi da f1.4 che avevo venduto…

Così mi è nata una domanda:
POSSO FOTOGRAFARE CON UN OBIETTIVO POCO LUMINOSO?
E poi ho cominciato a farmi altre domande tipo:
Se tutti scattano sempre a tutta apertura con sfocato ovunque può realmente essere interessante e piacere una fotografia con una grande profondità di campo?
Può attirare una fotografia di matrimonio fuori dagli schemi tecnici e visivi a cui gli sposi sono abituati ?
[Disclaimer] Tra le fotografie di matrimonio (che non seguo tantissimo), spesso mi capita di imbattermi in molti stimati colleghi, che tuttavia realizzano reportage di matrimonio usando prevalentemente diaframmi a massima apertura, realizzando immagini indubbiamente piacevoli che riescono sempre ad isolare i soggetti. Se poi si fa riferimento anche alle foto premiate nei vari contest del wedding, appare evidente che questa non è solo una necessità ma bensì un trend.
Quindi la risposta per me poteva essere già abbastanza ovvia…MA…
…A me piace il challenge e con in testa questi quesiti (un po’ provocatori), ho deciso di mettermi alla prova e vedere cosa ne usciva e per farlo mi sono preso tutta la stagione!
Per le immagini che vedi tra un testo e l’altro mi sono divertito ad usare la mia fedele Leica con un 25mm f4, si hai capito bene apertura massima f4, manual focus o iperfocale. Nessuno sconto Luca, prova a vedere cosa si riesce a fare e vediamo se oggi nel wedding una fotografia sul genere street come viene recepita e vediamo se può in qualche modo risultare “attraente” o addirittura vendibile, tanto non c’è niente da perdere e niente in palio.
Questo è un tentativo che io reputo un esercizio e l’ho cominciato approssimativamente con l’inizio della stagione dei matrimoni,. Mi ha dato tantissimo, sia come stimoli nel risolvere alcune situazioni scomode, sia come spunti creativi; inizialmente scattavo poche decine di foto con la Leica, adesso a fine stagione sono arrivato a 246 fotografie scattate nell’ultimo servizio.
Fotografia di matrimonio creativa e attraente
L’obiettivo che mi ero prefissato non era tanto creare immagini con una profondità di campo maggiore, quello fa già parte del mio stile ordinario nei reportage di matrimonio, ma riuscire a sfruttare una limitazione (quella del diaframma) per stimolare la mia creatività in situazioni diciamo difficili, costringendomi a cercare delle composizioni forzatamente articolate, per il semplice fatto che tutto o quasi era perfettamente a fuoco, e per nascondere le cose dovevi trovare il modo di metterci per forza davanti qualcuno o qualcosa.
Se segui tutte le regole, ti perdi tutto il divertimento. Katharine Hepburn
Potrei fare un bello spoiler dicendoti da subito che per me è stato un successo, che mi sono divertito da matti e che sono molto più che soddisfatto delle immagini che sono riuscito a produrre, ma tanto lo hai già capito vero? Le fotografie che ho realizzato le sento molto mie, e mi rappresentano tantissimo.
Il bello di lanciarsi in queste sfide con se stessi è che ti regalano sempre risultati inaspettati.
In questo challenge/esercizio mi sono lasciato completamente ispirare dai fotografi del secolo scorso ( HBC, Leiter, Brassai, Winogrand, Erwitt, Larrain, ecc.) e non a caso per queste fotografie ho deciso sin dal principio che il bianco e nero sarebbe stato il linguaggio ideale.
Ora non voglio aggiungere altri dettagli, penso sia giusto lasciar parlare le immagini, che non sono poche!
Ringrazio anche i colleghi Claudia Calà, Fabio D’amico, Alessandro Cervetti, alcune immagini sono state realizzate per loro.
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Ciao e al prossimo articolo! L
Galleria fotografie 2018
2 commenti su “Fotografia di matrimonio fuori dagli schemi?”
Splendide fotografie, come sempre.E’ bello vedere come sia possibile uscire dalla trappola mentale degli obiettivi super luminosi e produrre ottime immagini. L’unica apertura che serve è quella mentale :-)
Complimenti!
Grazie Giuseppe, esattamente! Basta usare la propria mente perchè tutti i limiti sono li. Sono contento ti piacciano!