I am not a Wedding Photographer

In questi giorni stanno uscendo molti articoli che parlano del lavoro di Ian Weldon che sarà presto visibile in esposizione alla Martin Parr Foundation di Bristol. Questa serie di immagini, tratte dal libro “I am not a wedding photographer” sono state raccolte durante i matrimoni, e raccontano questo evento sotto un altro punto di vista, meno banale, più ironico ed indubbiamente esplicito.

Annunciato proprio a poche settimane dalla conclusione della mia personale per la Milano Photo Week che raccontava anch’essa lo stesso tema ma attraverso un altro personale punto di vista, il mio ;-)

Ian è un fotografo che ho avuto il piacere di conoscere di persona ad un seminario organizzato da lui e da Edoardo Morina, che si chiamava proprio “I am not a wedding photographer”. Questi due visionari in pochi giorni insieme hanno cambiato radicalmente il mio approccio e il mio pensiero sulla fotografia di matrimonio, indicandomi il sentiero che sto attualmente percorrendo con grande entusiasmo.

 Riguardo alla mostra Ian dice “Ci ho provato, davvero, ma non c’è un modo semplice per dirvi che non sono un classico fotografo di matrimoni. Voglio dire, per quanto mi piacerebbe stare in giro per ore a mettere in fila le persone, ordinandole e scattando fotografie a tutte le possibili combinazioni di famiglie e ospiti, ho cose più importanti da fare. E francamente, anche voi”. Fonte Vanity Fair

Contrariamente a quello che ho letto in giro ed i vari commenti riguardo questo progetto, sento di dover dire che stimo tantissimo il lavoro che ha realizzato Ian. Come fotografo reportagista (detesto questo appellativo) mi trovo perfettamente allineato con questo genere di racconto per i matrimoni, non solo dunque foto bellissime ma anche foto di realtà, che raccontano quello che è stato e successo in quel magico giorno.

foto della mostra di ian weldon sul matrimonio
©Ian Weldon

Stimo la coerenza con cui ha raccolto queste immagini, con cui ha perseverato nel mantenere il suo stile documentario, incurante delle mode estemporanee dei cosiddetti Wedding photographers. 

foto della mostra di ian weldon sul matrimonio
©Ian Weldon

Non si tratta, come ho letto da qualche parte, di fare foto di cattivo gusto, poichè le sue composizioni sono molto complesse e sebbene possono non piacere a tutti, c’è molta ricerca e meditazione nei suoi scatti, non a caso infatti è stato scelto e selezionato (tra mille mila fotografi di matrimonio)da un fotografo Magnum come Martin Parr.

Come detto in una discussione sui miei social spero davvero che questo successo meritato per Ian porti un po’ di vento fresco nel settore, dove i fotografi stessi oramai parlano solo di fiori, allestimenti, e abiti, quando tutti sappiamo benissimo che i matrimoni sono fatti di emozioni e persone, prima di ogni cosa.

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