Lavorare con la fotografia

Sono le 5:45 del mattino, stanotte non riuscivo a dormire. Ho in mente le parole lette nell’ultima mail di una coppia ricevuta ieri notte alle 24:20….pensieri che si aggiungono a pensieri, che si aggiungono alla pandemia e che mi fanno capire che ho perso l’allenamento nel gestire i carichi di stress emotivo.

Conosco persone che si farebbero una grassa risata al solo sentire definire lavoro quello del fotografo, specialmente il fotografo di matrimonio, ma lavorare con la fotografia è una cosa come un altra.

Ma non è di comparative tra i mestieri più duri quello di cui voglio parlare oggi, c’è sempre il povero tester di termometri Jhonson&Jhonson da qualche parte che potrebbe leggerci! ;-)

Io vivo in Brianza, terra di lavoratori, terra di imprenditori, di persone con i piedi per terra. Quel tipo di gente che lavora sodo e non si lascia impressionare facilmente. Qui possono incontrare talvolta persone che per frenare il loro entusiasmo e rimuovere qualsiasi carica emotiva gli hai lasciato durante il colloquio, ti basta parlare dei numeri.

Si torna coi piedi per terra, tutto deve tornare, specialmente i conti…. E allora visto che tal volta si fa leva sul discorso “il tuo è un lavoro creativo”, “sei un artista” e cose del genere mi sento in dovere di parlare di quanto, nonostante tutto, ci sia dietro questa attività.

Quando lavoravo da dipendente non avevo idea di cosa fossero ma oggi conosco bene le sensazioni e l’effetto che fa ricevere questo per email:

“ciao Luca ti allego gli f24, un caro saluto.
Il tuo commercialista.”

Questo è un F24 delle tasse, quelle che noi, anche i fotografi, dobbiamo pagare ogni anno.

Così mentre metto giù questi pensieri nel silenzio mattutino si ripropongono nella mente le parole di quella email…

Questa è una coppia che aveva prenotato il servizio fotografico di matrimonio mi chiede di andare in aggiunta qualche giorno prima a fare le foto al loro comune, così gli ho inviato il preventivo. La loro risposta non mi ha svelato niente che non gira nell’aria da anni, ma come dicevo sono fuori allenamento e mi ha scosso nonostante tutto. La riporto qui dato che ci sarebbe molto su cui riflettere:

“A cosa è dovuto questo importo? Ti abbiamo già ingaggiato per il matrimonio che sarà il giorno xx, si tratta di qualche ora saremo pochi intimi e vorremmo avere un ricordo”.

Nel mio servizio di matrimonio cerco di offrire ogni anno e ogni volta il meglio per i miei clienti, ogni tanto si aggiunge qualche extra per invogliare la conversione nei periodi di bassa, qualche altra volta si studiano dei prodotti più caratteristici o delle soluzioni che possano dare sempre un valore aggiunto sopratutto a chi quei numeri li osserva con la calcolatrice in mano.

Chi vende un prodotto sa bene che dalla cifra di vendita alla cifra del netto c’è un enorme fetta che se ne va via tra spese di gestione, tasse e varie. Purtroppo questo devo ribadirlo quasi ogni volta che si arriva a parlare del preventivo, quasi sembra dover ricorrere ad una giustificazione. L’idea che mi sono fatto è che a causa della facilità con cui tutti maneggiano le fotografie, oggi il valore di queste e di chi le fa viene percepito in modo decisamente errato, omettendo tutta una serie di cose che sono all’ombra delle splendide artistiche immagini che riusciamo a realizzare.

Che sia un lavoro con una forte componente artistica ne sono pienamente convinto, ma proprio perchè questa disciplina si basa su una prestazione artistica è di norma tenere conto che l’arte è sempre legata allo stato d’animo dell’artista. Questa cosa può sembrare assurda per chi vive in ufficio col principale col fiato sul collo, ma in un lavoro come questo se sei demotivato è molto più probabile che il tuo rendimento sia carente rispetto al solito, da tenerne conto specialmente se questa prestazione dura un solo giorno e non c’è possibilità di ripeterla.

Questa demotivazione può partire anche quando qualcuno che non conosce il tuo lavoro e cosa c’è dietro comincia ad intavolare una trattativa fatta con i numeri su un foglio di carta che si è portato da casa, e per giunta paragonandola con il preventivo di qualche collega che con buone probabilità non è neanche in possesso di partita iva. Ma sono un imprenditore oltre che un “artista” (come piacciono definirmi quando si tratta di arrotondare) quindi sangue freddo e cerchiamo di mantenere il focus sul cliente e sulla vendita, esaltando gli aspetti forti di quello che faccio e cercando di mostrare gli aspetti contrattuali.

Dopo tanti anni in Brianza ho acquisito anche io qualche atteggiamento da piccolo imprenditore, dunque lasciamo l’arte da parte per un attimo e proviamo a fare insieme due ragionamenti matematici, per dare un idea di cosa significa vivere con la fotografia:

Ipotizziamo un servizio dal costo di 100.

Da questi togliamo subito il 26% destinato allo stato;

A cui si aggiunge una cifra mediamente del 20% destinata al secondo fotografo professionista che viene a darmi una mano;

Poi ci sono le spese di autostrade e benzina che salvo grandi trasferte non considero mai;

C’è un piano di costi di ammortamento attrezzature che vanno cambiate sempre più spesso, quindi diciamo un 5%;

Ci sono le spese fisse come gli abbonamenti ai softwtare per lo sviluppo, il cloud per l’archiviazione, la gestione del sito che equivale almeno ad un altro 5%;

Non da dimenticare poi gli ampi investimenti in formazione e aggiornamento a cui non possiamo esimerci se vogliamo offrire un servizio di qualità, togliamo il 10%;

Poi ci sono i costi di marketing, eh si perchè se mi avete trovato su Google o Matrimonio.com non è per caso, in ogni caso gli investimenti sono variabili ma molto cospicui circa 15%.

Quindi ricapitoliamo cosa abbiamo:

100-26-5-5-10-15= 39

Ora chi mastica numeri ha sicuramente più chiara la questione, ma forse manca solo un aspetto ancora da valutare le ore di lavoro.

Per ogni matrimonio sono 11h di lavoro (esclusi gli spostamenti e le trasferte) per la fase di scatto, per l’archiviazione, selezione e post produzione ho calcolato che se ne vanno almeno 15 di ore. 

Quindi abbiamo 25 h / 39 = 0,6 che sarebbe il fruttuoso guadagno orario di un artista.

Concludendo, non ho scritto questo post per parlare di prezzi, o lamentarmi di qualcuno in particolare, ma perchè spesso mi sento offeso, non tanto come persona, quello mai , ma come lavoratore.

Come tutti qui, ogni mattina ci alziamo e cerchiamo di fare il nostro per poter poi tornare a casa la sera senza far mancare nulla alla propria famiglia, è facile cadere nel luogo comune credendo che il lavoro di un fotografo sia una cosa semplice, bella e proficua. Ho scritto questo articolo proprio per questo, per aiutare a comprendere coloro che di questo mestiere non sanno molto e si domandano da cosa dipendono quei numeri,  ma anche per chi è affascinato dal mestiere e vorrebbe percorrere questa strada.

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